LA FAMOSA PIETA’ DI MOGLIANO
Quattro veronesi (Io, Marco Zenari, Maurizio Tencheni, Antonio Jirillo) si sono avventurati in quel di Mogliano Veneto (TV) per il tradizionale torneo open che si svolge annualmente a cavallo tra aprile e maggio (quest’anno si è giocato dall’1 al 3 maggio).
La cadenza piuttosto rilassata (uno dei fortunati casi di tornei a cinque turni in cui il primo turno comincia alle 16:00 e non di sera tardi), e la posizione centrale rispetto a diversi nuclei scacchistici veneti (tutto il trevigiano e il veneziano), hanno fatto si che anche quest’anno si superassero i 120 giocatori.
In generale è andata bene a tutti e quattro, considerato che abbiamo portato a casa almeno una decina di punti a testa.
Tuttavia, il mio torneo può dirsi in qualche modo “michelangiolesco” , sicuramente non per un qualche aspetto estetico-artistico delle mie partite (nonostante al quarto turno sia arrivata una simpatica miniatura con matto in 18 mosse), bensì per il “non finito” che ha involontariamente caratterizzato le mie partite.
L’Open A, con punteggio minimo ammesso di 1900 elo, ha sicuramente mostrato un’opposizione di grande qualità, presentando 3 MF, 1 MI, 1 GM e moltissimi altri giocatori di categoria magistrale.
Partendo con la 22° posizione (su 32 giocatori) sul tabellone di partenza, sono subito stato “pescato” da un giocatore più quotato di me, ovvero il Campione Italiano U16 in carica, il M° Fulvio Zamengo (2249). Uscito piuttosto bene da un’apertura che non conoscevo molto bene, ho perso un pedone a causa di un sacrificio di cavallo che, se accettato, avrebbe dato al mio avversario un attacco vincente. Incassato il colpo, ho tenuto duro giocando solidamente e portando il mio avversario in zeitnot. Verso la fine, con solo un minuto sull’orologio (più l’incremento), Fulvio ha restituito il pedone per semplificare la posizione ed entrare in un finale di Torri e Alfieri, con struttura svantaggiosa per me. Trovato il modo di cambiare il mio alfiere cattivo, sono entrato in un finale di torri in cui sono riuscito a guadagnare un pedone. Purtroppo, come il Buonarroti scolpì la Pietà Rondanini, prima opera del “non finito”, allo stesso modo una mia offerta di patta molto generosa (quasi pietosa), dettata forse dal blasone del mio avversario, ha chiuso ogni ostilità. Ad una analisi più attenta, la partita nella posizione finale è risultata pattabile dal nero (ho sciupato la vittoria, sempre che ci fosse, nelle mosse precedenti), sebbene giocare qualche mossa in più, giusto per esserne certi, non avrebbe fatto alcun male.
Venerdì sera, guardando gli abbinamenti del secondo turno, ho ricevuto una bella sorpresa: se un campione italiano si era rivelato un avversario “troppo facile”, perché non giocare allora con un Campione Africano in carica?
La partita col GM sudafricano-mestrino Kenny Solomon (2379) non è iniziata nel migliore dei modi: in apertura ho perso un paio di tempi a causa di un’azione prematura al centro. In seguito la classe del gm si è fatta sentire e ho dovuto cedere le armi dopo 32 mosse.
Al terzo turno ho giocato contro Davide Pozzobon (1917) la partita che per me valeva come match di spareggio per l’Open B di Forni di Sopra 2014*. Impostando un attacco alla baionetta contro il dragone, in cui le mosse g2-g4 e h2-h4-h5 sono state giocate alla velocità della luce, sono riuscito a raggiungere una posizione vinta in venticinque modi diversi, per poi sciuparla completamente in quello che credo sia l’unico modo possibile per pattare.
Al quarto turno ho giocato una partita strana contro Alessandro Lovo (1929): questa volta ho accettato il gambetto siciliano (sebbene con un ordine di mosse diverso), mi sono tenuto il pedone in più e ho sacrificato temporaneamente (in realtà l’ho perso, ma a quanto pare era la continuazione migliore e pure vincente) un pezzo per poi recuperarlo e infine portare avanti un attacco micidiale. Il mio avversario, molto cortese, ha accettato il mio ultimo sacrificio di torre, lasciandomi la possibilità di concludere la partita con il matto (“il matto è più bello”, mi ha detto).
Al quinto turno ho giocato con Alberto Barp (2165): uscito dall’apertura con una posizione un po’ difficile, sono riuscito a macinare mossa per mossa un po’ di vantaggio, fino ad ottenere buone prospettive di attacco nel tardo mediogioco. Un po’ di mosse imprecise da parte mia, coronate da una vera e propria svista con la quale ho perso una qualità, hanno portato alla sconfitta.
A breve comincerà la stagione estiva, con molti tornei e partite da giocare – ma anche con molti articoli da scrivere!
by Zeno Fratton
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* l’estate scorsa, ho vinto l’Open B di Forni di Sopra proprio davanti a Pozzobon a pari punti (avevo fatto bene i conti per permettermi di pattare l’ultima partita in poche mosse e arrivare ugualmente primo), ma con qualche punto di buchholz in più.