CIS : Promozione in A1 !!!!
Scritto da Nicola Zanchetta
Baseball, Football, Pallacanestro, Pallavolo, Rugby, Calcio… sono solo alcuni degli sport più noti ed hanno tutti una comune caratteristica: per giocare bisogna fare una squadra.
Cos’è, quindi, una squadra? Tra le varie definizioni vorrei porre l’attenzione su un paio di esse ossia si definisce squadra un’unione di atleti che rappresentano la stessa società e si definisce squadra un gruppo di persone che collaborano per lo stesso obiettivo.
Negli sport sopra scritti ciò avviene ed in parallelo anche no in quanto, chi più chi meno, per amor di spettacolo ed individualismo ci sono elementi che, per gloria personale, compromettono il risultano della squadra pur di aver puntati su di sé maggiori riflettori ed è così che, all’interno di un gioco di squadra, spicca l’individualismo rovinando l’armonia e… i risultati.
Ma non è di questi che tratteranno le prossime righe, bensì di uno degli sport considerati più individualisti del pianeta noto nell’immaginario collettivo per il suo faccia a faccia tra due singoli contendenti, per la sua lentezza, per la sua staticità: parleremo del gioco degli Scacchi o meglio, di uno degli aspetti meno noti di questo Sport: il gioco di squadra.
Ebbene sì, che ci crediate o meno, anche gli scacchi sono un gioco di squadra e per ben due motivi.
In primo luogo coordinare i pezzi sulla scacchiera, ognuno con le sue caratteristiche verso l’obiettivo finale (lo scacco matto) adempie alla definizione numero 2.
In secondo luogo anche in questa disciplina vi sono gli incontri a squadre in cui più atleti, sotto medesima bandiera, mettono da parte il loro individualismo per puntare ad un obiettivo comune: far promuovere la società rappresentata. Paradossalmente da singoli individualisti nasce un gruppo, una squadra in cui il singolo per il benessere superiore è pronto ad annullarsi e sacrificare la propria voglia di vincere a tutti i costi perché sa che ci sono dei compagni su cui contare e perché sa che se perde ad essi dovrà rendere conto.
E così arriviamo ai giorni nostri, alle idi di marzo 2025, nella nostra provincia di Verona in cui un piccolo gruppo di 5 giocatori ha rappresentato l’A.S.D. Valpolicella nel C.I.S. (Campionato Italiano a Squadre) in questa paradossale manifestazione in cui, pur essendovi scontri tra singoli giocatori, questi sono riuniti ed in cui non è importante solo il risultato dei meri individui presi a sé stanti bensì la somma e l’unione del rendimento dell’intera squadra ed è con orgoglio che, in quanto capitano di questa formazione, quest’anno ho visto avversarsi sia da parte mia che no, sia in mia presenza che no, tale concetto di squadra.
Marzo 2025. Protagonisti: MF Andrei Kosarev, CM Hermes Dalo, CM Marco Zenari, CM Luigi Vujicic ed il CM Nicola Zanchetta (capitano e scrivente).
Destinazione: Ferrara.
Obiettivo: vincere.
Motivo: promozione in serie A1.
5 giocatori, ma solo 4 possono giocare pertanto vi è già qualcuno che deve di volta in volta farsi da parte, per fortuna gli impegni individuali hanno evitato diatribe interne, ma da buon capitano ero pronto a cedere il posto per tutti e 5 turni previsti dal torneo, allo stesso tempo l’assenza programmata per necessità maggiori mi richiama al dovere, alla partecipazione.
14/03/2025 Ore 17.00. Bianco in moto. La nostra squadra vede assente il secondo giocatore e ci vede abbinati contro una squadra ostica, almeno sulla carta. Kosarev passa rapidamente in vantaggio, concretizza il vantaggio ed ottiene il primo punto. Zenari ha un conflitto di interessi con l’avversaria, una GM (la massima categoria di questo sport), ed a momenti alterni la bilancia pende prima per una e poi per l’altro, Vujicic tiene la posizione salda ed il sottoscritto… beh diciamo che come al solito getta benzina sul fuoco portando la partita in un terreno che sembra dire vita o morte.
Nel mentre che la mia partita prosegue arriva un momento in cui posso fare quella scelta che tanti temono: pareggio sicuro o scelgo una continuazione più azzardata? Riflessione: dare la priorità al mio adrenalinico spirito agonistico o tergiversare per un diplomatico armistizio, il tempo passa, ed è proprio in quel momento… quando la mano si stava per muovere che Luigi porta a casa il secondo punto, non vedo la posizione di Marco pertanto, in ottemperanza al principio prima la squadra e poi me stesso, nonostante avessi voluto ricercare la vittoria optai per l’unica scelta che un capitano può prendere: patta sicura. 2 vittorie ed un pareggio, la squadra ha vinto, resta solo da attendere l’esito dell’ultima, che ci avrebbe permesso di staccare in caso di spareggi tecnici ed alla fine arriva 3,5-0,5. Vittoria schiacciante. Un incoraggiante inizio.
15/04/2025 mattina. Cedendo il posto per consentire ad Hermes di giocare non sono stato testimone degli eventi di quel di giorno, ma anche da casa la tensione non mi ha abbandonato. Ipotizzando un probabile orario di fine turno da quel momento cercavo i risultati ogni 10 minuti. Passa un’ora ed ancora nulla, intanto vedo che vengono pubblicati quelli di altri incontri. Inizio a preoccuparmi, se va per le lunghe non c’è da stare allegri, un’altra mezz’ora ancora nulla… infine escono: 2-2. Sospiro. Anche la squadra della mattina che dai pronostici poteva essere una favorita è stata arrestata, non abbiamo vinto, ma almeno non abbiamo perso.
15/04/2025 pomeriggio. Sempre da casa non è cambiato molto rispetto alla mattina, ma stavolta la squadra vince. E da quanto narrato dagli eroi del giorno appena si concretizzarono le prime due vittorie almeno uno degli altri due propose il pareggio, spartì il mezzo punto dandoci un’altra vittoria. Poi arrivò un altro mezzo punto e siamo 3 a 1.
Da fuori potrà sembrare banale e si potrebbe certamente dire che è la strategia più logica: 2 vincono ed una pareggio. Al di là del non poter dare per scontato le vittorie da profani del gioco non si può capire lo stress che si vive man mano che il tempo passa, non si può respirare la tensione che aumenta ed il sacrificio che un giocatore fa quando decide di non provare a vincere, quando pur di far avanzare la squadra gli rimane quel <e se avessi…> quell’amaro nel dirsi <avrei potuto, ma…>, ma ingoia il boccone perché è la squadra l’importante, non più solo sé stessi. Forse il calciatori dovrebbero imparare qualcosa da Noi.
16/04/2025: Ad essere assente tutto il giorno è Marco pertanto sono costretto a tornare in presenza. Mattina. Kosarev prosegue la sua performance, finora non ne ha persa una quindi perché fermarsi ora? Ed 1. E’ sempre consolante avere una certezza, ed Andrei in questo torneo è stata la nostra certezza, tanto che ancor prima che iniziavano le partite davo per certo che non avrebbe perso. Hermes però restituisce il favore. 1 a 1. La mia partita parte con vantaggio materiale, il mio avversario ricerca una migliore attività di pezzi, ma come è iniziata così è finita… il materiale resta e vinco la partita. 2 a 1. Ed ancora una volta è Luigi che dà la priorità alla squadra, ha ricercato una partita tranquilla non senza possibilità, di certo però non va a rischiare in un contesto simile e offre patta. Accettata. Altra vittoria.
Siamo i primi in tabellone, ma il turno del pomeriggio è determinante per il nostro orgoglio, benché ormai siamo matematicamente promossi (anche se non avessimo giocato o con un risultato a svantaggio) potrebbero sorpassarci e non ci sarebbe piaciuto arrivare secondi dopo aver dominato il torneo.
16/04/2025 pomeriggio. Il turno che ha espresso al massimo livello il concetto di giocare per la squadra: dopo una mia rapida vittoria tutti gli altri, uno dopo l’altro, anche l’inarrestabile Kosarev, quasi fossero in accordo, propongono il pareggio. 1 1,5. 2. 2,5. Dopo nemmeno due ore dallo start il match finisce 2,5-1,5. Imbattuti. Senza contendenti. Siamo primi. La serie A1 è nostra.
Ed è così che nostra avventura finì. Ed è ora che devo dire grazie alla macchina organizzativa che ha messo su l’evento. Un grazie va anche al Circolo che, da casa, ha tifato per Noi, ci ha incoraggiato e, aspetto non secondario, sponsorizzato. Un altro grazie va a chi si è prodigato per la squadra e tra questi un particolare grazie al padre di Luigi che, facendoci da autista, ha evitato che uno di Noi arrivasse stanco a destinazione. Soprattutto un grazie va a questa squadra che mi ha dato tali soddisfazioni. Grazie e…
…2026…
…to be continued.