TORNEO DI VICENZA: BUONA LA PRIMA. COMMENTA IL NEO-CM ZENO FRATTON!
È successo. Ciò che negli ultimi quattro anni era sempre apparso come un miraggio molto concreto, ma pur sempre un miraggio (e perciò irraggiungibile), si è finalmente realizzato in quel di Vicenza, bel torneo che ha meritatamente raggiunto la XX edizione.
Parlo ovviamente della mia promozione a Candidato Maestro, giunta a ben 4 (quattro!) anni di distanza dalla promozione a 1N.
Seguendo il biennale girovagare del mio punteggio tra i millenove e i duemila (mai raggiunti prima), molti si erano rassegnati a vedermi per lungo tempo nella palude delle prime nazionali, e pure chi si fosse avventurato in una qualsiasi locanda popolata da arzilli vecchietti veronesi avrebbe potuto assistere a questo simpatico siparietto:
– Bepiii!
– Dìme!
– ‘sa dìsele le previsioni del tempo?
– Domàn nèvega!
– Bepi seto mato? Semo in otobre!
– Te digo che el giornal el g’ha dìto cussì!
– Ma Fratton elo passà “cièmme” (CM, NdA)?
– No, l’è sempre lì.
– Alora te digo che domàn non nevega mìa.
E il vecchietto, come al solito, indovinò: non passai CM nei quattro anni passati e non nevicò mai in autunno (ok, su questo non sono sicuro, ma non importa).
Bando alle ciance, passiamo al torneo vero e proprio:
Primo turno, vengo pescato dal n°1 di tabellone, il -M° Luigi Lain (2236). Improvviso una Nimzoindiana che conosco approssimativamente e riesco nel mio intento di non prendermele perlomeno nelle prime quindici mosse. Poi sbaglio piano, non cambio il forte cavallo in f5 del mio avversario e comincio a vedere dei cupi nuvoloni neri sul mio arrocco (leggasi: pezzi bianchi come se piovesse, con le Torri che pregustano le viscere del mio povero re manco fosse il piatto speciale della sagra della salsiccia). Rassegnato, comincio a cincischiare, trovando infine le case giuste per i miei cavalli. Penso: “Bene, se non mi indebolisco troppo forse riesco pure a resistere. Dopo tutto, il bianco sta mooolto meglio, ma deve trovare delle mosse molto incisive per riuscire a portare a casa il punto.”
Riesco infine a cambiare un po’ di pezzi quindi allentando un po’ la tensione; prendendo il mio avversario in contropiede riesco a sviluppare un certo controgioco che mi permette di ottenere come minimo la parità. Riesco infine a raggiungere un finale in cui ho due cavalli e alfiere campochiaro contro la coppia d’alfieri e il cavallo del mio avversario. La struttura pedonale molto chiusa e bloccata al centro mi garantisce un certo vantaggio posizionale, comunque non facile da sfruttare. Alla trentesima tendo una piccola trappola e guadagno un pedone, non sufficiente comunque per vincere. Infine propongo patta e il mio avversario accetta.
Secondo turno, gioco contro Lorenzo Benetti (1953), giovane CM di Montebelluna. Alla tredicesima opto per un sacrificio posizionale di pedone (va bene, in realtà l’ho perso ma il controgioco risultante mi ha favorito), che il mio avversario accetta. La posizione scoordinata dei pezzi neri costringe il mio avversario a restituire il pedone per non subire perdite più consistenti. Il risultato di questi scambi reciproci? Ottengo la coppia degli alfieri in una posizione tutto sommato non troppo chiusa. Il mio avversario riesce però ad attivare le sue torri e i suoi cavalli, quindi mi tocca battere in ritirata. Imposto la mia linea difensiva sul contrasto del cavallo avversario in c4. Il mio avversario sottovaluta la pericolosità delle varie inchiodature e in Zeitnot è costretto a cedere una qualità. Nel finale conseguente mi pappo un paio di pedoni e porto a casa il punto.
Terzo turno, ovvero quinta partita dell’eterno match Fratton – Bergamasco (2200). Come da previsioni il mio avversario imposta un Attacco Trompowski. Improvviso una linea che non ho mai giocato prima, basandomi sui ricordi di qualche partita guardata un paio d’anni fa. Mi accorgo ben presto che, nonostante un lieve vantaggio del bianco, non sto proprio male. Nel mediogioco cambio un po’ di pezzi, riuscendo a neutralizzare le possibili velleità del mio avversario. Verso la venticinquesima mossa mi trovo con coppia degli alfieri, e struttura pedonale orrenda (pedoni in d5-c6-b5-a6 contro quelli del bianco in d4-c3-b4-a5). Non volendo difendermi passivamente (stare ad aspettare mi avrebbe comunque garantito la patta) decido di sacrificare un pedone per provare ad attivare la coppia degli alfieri. Il sacrificio ovviamente è scorretto, ma il mio avversario non se ne avvede e decide di rifiutare il regalo. Riesco quindi a guadagnare spazio, cambio le donne, arriviamo in un finale in cui io ho due alfieri mentre il bianco si ritrova con due cavalli quasi immobilizzati. Riesco a farmi un pedone passato sulla colonna “h”, rischio di buttare via la vittoria ma alla fine il mio avversario è costretto a cedere le armi.
Fermi tutti, facciamo quattro conti: una patta e due vinte, sono a 2,5/3! Gasatissimo per il terzo posto nella classifica parziale con performance di 2406 punti, ho passato la settimana tra il terzo e il quarto turno a fantasticare e a sognare ad occhi aperti la fantomatica premiazione che mi avrebbe incoronato come vincitore dell’Open A (rimandata all’anno prossimo, ve lo prometto).
E invece mi sono ritrovato al bianco in moto del quarto turno in condizioni scacchisticamente pietose. Giocando contro l’amico Samuele De Grandi (1919) ho impiegato quindici minuti alla quinta mossa per capire che potevo giocare dxc5 senza perdere una torre, visto che avrei attaccato la donna avversaria in b6. Ma il prosieguo della partita è stato ancora più imbarazzante: probabilmente ispirato dai quadri appesi alle pareti della sala da gioco, molto simili nello stile alle opere di Pollock, mi ritrovavo alla sedicesima mossa con una posizione a dir poco aggrovigliata.
Artisticamente c’è poco da dire, la mia “creatura” sulla scacchiera avrà sicuramente realizzato qualche record, tra un cavallo in b3 che impedisce di spingere il pedone “b”, una Donna in e3 che impedisce all’alfiere camposcuro di svilupparsi attivamente, un alfiere in c1 che impedisce alla torre di entrare in gioco e una prima traversa stranamente debole nel bel mezzo del mediogioco. Proprio come Pollock aveva sviluppato la tecnica del dripping, ossia di lasciar sgocciolare il colore sulla tela, nella mia partita sembrava che ad un certo punto avessi deciso di lasciar sgocciolare casualmente i miei pezzi sulla scacchiera. Con una piccola differenza rispetto a quanto fatto dal pittore statunitense: la tempera si può muovere facilmente sulla tela, i pezzi invece rimangono sulle caselle su cui sono stati posti. E visto che non mi chiamo Pollock non ho rimediato un’opera d’arte bensì una sonora sconfitta.
Con 2,5 su 4 non potevo più sperare nella vittoria del torneo (ma và?) e di conseguenza mi sono preoccupato maggiormente di non lasciarmi sfuggire per l’ennesima volta il superamento dei 2000 punti.
Nel quinto turno mi sono lasciato sfuggire una vittoria in apertura (alla fine abbiamo fatto patta) contro Gennari (2069), mentre al sesto turno, matematicamente sicuro di essere passato CM, mi sono giocato il tutto per tutto (in caso di vittoria sarei andato a premio) contro Aleks Capaliku (2061): dopo una serie di manovre in mediogioco, siamo giunti in un finale dall’apparenza pattaiola. Ho deciso quindi di movimentare le acque sacrificando un cavallo per due pedoni, cercando di sfruttare il fatto che il mio avversario fosse in forte Zeitnot (solo cinque minuti più l’incremento). Fortunatamente sono riuscito a recuperare un pezzo (a prezzo di uno dei due pedoni) e a raggiungere un finale di torri con pedone in più, tuttavia sempre patto.
Ho chiuso il torneo al 7° posto con 3,5/6 ed un guadagno di 23 elo, che mi porteranno a 2011. Che dire, sono soddisfatto del mio risultato, sebbene rimanga un po’ di amaro in bocca per la seconda parte del torneo (arrivando 7° sono stato il primo dei non premiati).
Se qualcuno crede all’oroscopo, ai tarocchi o a tutte quelle diavolerie che hanno a che fare con la numerologia e l’esoterismo, riporto qui un paio di dati interessanti:
- sono diventato 1N nel 2012 grazie al buon risultato (7° classificato) ottenuto nell’Open B del XVI Città di Vicenza;
- sono diventato CM quest’anno grazie al buon risultato (7° classificato) ottenuto nell’Open A del XX Città di Vicenza;
Se vi intendete di astrologia contattatemi pure che osserviamo se gli astri sono in una posizione favorevole ed andiamo a sbancare il montepremi del superenalotto.
Lo stesso mio punteggio (3,5/6) è stato realizzato da Marco Zenari, autore di una molto pregevole prestazione, grazie alla quale ha guadagnato 48 punti e si è riavvicinato notevolmente ai 2000 punti.
Vincitore del torneo è stato Valerio Luciani, con un impressionante 5,5/6. Nel B ha vinto il Campione provinciale in carica Matteo Caldonazzo (DLF Battinelli) con 5/6.
Classifica Open A
Classifica Open B
Classifica Open C
Non potevo non condividere la tua soddisfazione per il risultato raggiunto; sei diventato candidato maestro in età comunque giovane (io sono passato CM a 49 anni) quindi puoi mirare al titolo di Maestro. Te lo auguro di cuore! by MaSchira